Credo che tutto il mondo creativo ed etico di Raffaella Vaccari si possa inscrivere sotto la categoria del “liturgico”, sia che esso prenda forma in un quadro, in un video o in una performance (queste le forme che predilige).
Il rito che ogni liturgia inevitabilmente costruisce , stabilisce e celebra è il suo modo, del tutto peculiare, per esprimere il suo mondo. Ma quale è questo mondo? Visto che in arte, nell'opera d'arte, o c'è mondo non c'è nulla!? E visto che Raffaella ripudia quella forma contemporanea e patologica di vuota e inutile espressione dell'ego in cui purtroppo si applica la maggioranza dei suoi contemporanei, senza averne neppure la più vaga consapevolezza!?
Penso che per Raffaella la liturgia non sia , in fondo, altro che il tentativo di indagare il mistero del linguaggio stesso, della vita e dell'universo relazionale per testimoniare, con garbo segreto, il suo grande e spesso irrisolto amore per l'arte.